Trasduttori

definizione.

Un trasduttore è un dispositivo che converte una grandezza fisica in un'altra

Introduzione.

Un uomo percepisce le informazioni provenienti dall'ambiente in cui si trova servendosi dei suoi organi di senso; il cervello acquisisce tali informazioni e, eventualmente, produce una serie di azioni. In natura esistono informazioni che si presentano sotto una forma non decodificabile dai sensi, ad esempio una direzione geografica, un ultrasuono, una radioattività sono grandezze che per poter essere acquisite devono essere trasformate in una forma riconoscibile da uno dei sensi. Quest'operazione viene eseguita dai 'sensi artificiali' detti trasduttori.

Principio di funzionamento.

Un trasduttore è un dispositivo nel quale l'azione di una grandezza fisica esterna, di una certa natura, provoca una trasformazione di una proprietà fisica del dispositivo stesso, che viene usata per risalire all'entità dell'azione esterna; un trasduttore, cioè, rende osservabile una grandezza fisica.

Questa definizione identifica come trasduttore un qualsiasi oggetto che stabilisce un'associazione univoca tra lo stimolo che esso subisce dall'esterno, e la relativa modificazione, che può essere osservata misurando una sua proprietà. Per i nostri scopi interessano i trasduttori che forniscono una misura di tipo elettrico. Tale associazione deve conservarsi nel tempo e nello spazio, ovvero la misura di un certo stimolo deve essere sempre la stessa in ogni luogo e in ogni momento. La misura non deve essere distruttiva ma ripetibile, cioè verificabile.

L'interesse per i trasduttori deriva dalla capacità, che essi offrono, di poter affidare ad un elaboratore compiti che per un operatore umano potrebbero risultare svantaggiosi o rischiosi. Un operatore che controlla un processo osserva con continuità gli strumenti di misura che indicano lo stato dei vari componenti coinvolti e interviene per regolare certe variabili. Un simile controllo è inadeguato perchè: l'operatore si stanca, si distrae, ha un tempo di reazione a volte lungo e potrebbe anche operare in condizioni di rischio. Il punto di vista dell'automazione prevede di rimpiazzare l'ipotetico operatore addetto al controllo del processo, con un elaboratore che acquisisce informazioni da trasduttori e governa i meccanismi atti a svolgere il compito in un modo rapido e sicuro, e di trasferire all'uomo mansioni più gratificanti.

Tutti gli strumenti di misura sono esempi di trasduttori:

Il principio di funzionamento di un trasduttore si basa sul fatto che un certo dispositivo è sensibile ad una certa sollecitazione, manifestando questa sensibilità con l'alterazione di una qualche sua proprietà fisica. La tabella seguente riepiloga i fenomeni che si verificano in alcuni trasduttori e le grandezze associate:

TrasduttoreGrandezza da misurareFenomeno Grandezza fisica alterata
TermometroTemperaturadilatazione termicaaltezza del mercurio
TachimetroVelocitàInduzione elettromagnetica angolo di rotazione della lancetta
BilanciaPesoMomento meccanicocoppia antagonista di equilibrio
CronometroTempoOscillazioninumero di periodi

La misura della grandezza fisica alterata (lunghezza, resistenza, ecc.) permette di risalire, tramite la conoscenza della legge che descrive il fenomeno, alla grandezza incognita.


Esempio: Se si conosce la legge che descrive il fenomeno, la misura della grandezza fisica alterata nel trasduttore consente di risalire al valore della grandezza incognita.

Infatti se si sa che un materiale possiede un coefficiente di dilatazione termica λ di 5·10-3 mm/°C, e si ha una barretta che a 0°C misura 50 mm in lunghezza, allora quando la sua lunghezza diventa 50.5 mm, si può calcolare che la temperatura dell'ambiente in cui è immersa vale 100°C.

È noto che la lunghezza L di una lamina metallica dipende dalla temperatura T a cui viene portata. Ammettendo che esista una relazione di proporzionalità tra la dilatazione e la temperatura, si ha:

L - L0 = λ · (T - T0)

In cui L è la lunghezza della lamina a temperatura T e L0 è la lunghezza della lamina a temperatura T0. Quindi ponendo T0 = 0 °C, misurando la dilatazione L-L0 della lamina è possibile calcolare la temperatura T:

T = L -L 0 λ

che, con i valori ipotizzati, fornisce:

T = 0.5 / 5·10-3 = 100°C.

Nel trasduttore di temperatura, la temperatura è lo stimolo che produce, come trasformazione delle proprietà fisiche del trasduttore, la variazione della lunghezza della lamina. Quindi la temperatura è la variabile di ingresso e la lunghezza della lamina è la variabile di uscita. Il modello matematico del sistema è:

T = L -L 0 λ + T0

Cioè, se si può misurare la lunghezza della lamina e si conosce il suo coefficiente di dilatazione termica, si può risalire alla temperatura a cui è sottoposto il trasduttore.

La rappresentazione grafica del modello matematico del trasduttore viene ottenuta riportando sull'asse delle ascisse i valori della variabile di ingresso e sull'asse delle ordinate i valori della variabile di uscita. Il risultato è una retta, detta anche retta ideale perchè lungo essa dovrebbero disporsi tutte le misure.

Retta ideale: le misure che si dispongono lungo questa retta sono prive di errori. Corrispondono al vero valore della grandezza da misurare

Rette del minimo e del massimo errore: delimitano la regione di valori entro cui cadono le misure che, per disturbi imprevedibili, deviano il trasduttore dal suo comportamento lineare (le misure dovrebbero disporsi allineate).

Errore massimo: è la differenza tra la misura ideale e la corrispondente misura sulla retta dell'errore minimo/massimo.

Precisione: fornisce indicazioni sull'accuratezza della misura nell'intervallo di funzionamento.

Precisione = E max Fondo scala ·100 [%]

Il coefficiente di conversione.

Un trasduttore ha lo scopo di fornire un'indicazione proporzionale alla grandezza da misurare. L'uso della retta ideale per calcolare la misura della grandezza di ingresso a partire dalla misura della grandezza di uscita è un metodo poco pratico nelle applicazioni: si dovrebbe determinare l'ascissa corrispondente a un valore misurato che si trova sulle ordinate. Però, dato che una retta è descritta da un'equazione di 1° grado della forma y=m·x+n, dove y è il valore misurato e x è il valore da misurare, si può usare il valore di m e di n per ricavare la corrispondenza cercata:

x =(y-n)/m.

Nell'espressione della retta m è detta pendenza perchè fissa l'inclinazione della retta, mentre il suo inverso (1/m) è detto coefficiente di conversione perchè permette di passare dal valore misurato, ad esempio la lunghezza della lamina dilatata dal calore, al valore da misurare, ad esempio la temperatura della lamina.

In realtà, se si eseguissero una serie di rilevazioni, sarebbe estremamente improbabile che i punti sperimentali si sovrappongano esattamente alla retta ideale. Le cause di questo scostamento possono addursi a:

Parametri dei trasduttori.

Il costruttore caratterizza le prestazioni del trasduttore mediante parametri che riepilogano le osservazioni sperimentali. La relazione ingresso-uscita del trasduttore è rappresentata da una retta. Le misure sperimentali ripetute un numero elevato di volte, a causa degli errori accidentali, si dispongono ai lati della retta ideale.

La misura che presenta il massimo scostamento dalla retta ideale consente di ricavare l'errore massimo della misura; sebbene esso si sia potuto presentare in corrispondenza di una sola misura e magari per una sola volta, non ci sono ragioni per escludere che si possa ripresentare in corrispondenza di uno qualsiasi degli altri valori. Cioè, non conoscendo la causa dell'errore, si deve estendere a tutto l'insieme delle misure la possibilità che esso torni a presentarsi: si tracciano due rette parallele alla retta ideale, una per il massimo errore ed una per il minimo errore, per delimitare la zona entro cui si possono osservare le misure reali.

Interpolazione.

Si possono presentare casi pratici in cui un trasduttore non ha un comportamento rigorosamente lineare, tale da consentire di ricavare con un semplice calcolo il valore dell'incognita associato al valore della misura, come descritto nell'esempio della lamina metallica sottoposta ad una dilatazione termica. Si esamini la seguente tabella di dati sperimentali rilevati da un trasduttore di concentrazione di ossido di carbonio:

C V
50 0
100 1.25
300 2.50
500 2.90
700 3.12
1000 3.50
1300 3.75
1700 4.05
2000 4.25
2300 4.45
2500 4.60
4500 5.00

Dove V è espressa in Volt e la concentrazione di ossido di carbonio è espressa in parti per milione. Il grafico dei valori riportati nella tabella mostra che la relazione tra la concentrazione e la tensione non è esprimibile tramite una retta. Quindi il metodo pratico di moltiplicare la tensione fornita dal trasduttore per il suo coefficiente di conversione, al fine di determinare la concentrazione di CO incognita, non è applicabile.

Visto che la relazione non è esprimibile tramite una retta, ovvero tramite un'equazione di primo grado, si potrebbe tentare di approssimarla tramite una parabola (un'equazione di secondo grado). Il metodo dei minimi quadrati consente più in generale di determinare un polinomio di grado n che approssima i punti sperimentali.

Semplicemente, si può ammettere che i punti sperimentali siano congiunti da segmenti, ed accettare l'approssimazione che così si introduce. Il procedimento di interpolazione consiste nel calcolare una concentrazione di CO incognita, assumendo che il trasduttore si comporti linearmente nell'intervallo tra due misure note. Ad esempio si calcoli la concentrazione di CO supponendo di leggere, sullo strumento, il valore 3.00V.

Osservando la tabella si vede che si conoscono i valori di concentrazione relativi ai valori 2.90V e 3.12V.

In base all'assunzione che i due punti sono congiunti da un segmento di retta, allora il punto intermedio deve essere allineato con essi, e per la similitudine tra i triangoli:

V 2 V 1 V V 1 = C 2 C 1 C C 1

da cui:

C = 500 + 3 2.90 3.12 2.90 ( 700 500 ) = 590 ppm

L'estrapolazione.

Si supponga di rilevare una misura V = 5.12V, esterna all'intervallo in cui sono note le misure. Il procedimento di estrapolazione consiste nel supporre che il trasduttore continua ad assumere un comportamento lineare, al di fuori dell'intervallo delle misure, che è il proseguimento dell'ultimo segmento tracciato.